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Costruzioni, dopo il boom rischio caduta

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Senza misure adeguate il comparto rischia una caduta verticale con la fine delle risorse Pnrr e la riduzione dei bonus casa e dell’accesso al credito
Data
30/10/2025
Argomenti
rigenerazione urbana
rigenerazione aree industriali
bonus edilizi
bonus casa
fondi strutturali
credit crunch
pnrr
appalti pubblici
aree interne
Costruzioni, dopo il boom rischio caduta
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“Senza adeguate politiche nazionali sulla rigenerazione urbana e la casa e in assenza di strumenti regionali per rispondere alle esigenze della comunità umbra in materia di abitazioni, il rischio è che il settore delle costruzioni, che tanto ha contribuito alla crescita dell’Umbria dopo la pandemia, vada incontro a una caduta verticale delle proprie prospettive di sviluppo e torni ai livelli dei terribili anni vissuti dal 2008 al 2020. Più in generale, se guardiamo anche all’andamento della curva demografica, il timore è che il territorio diventi un’unica, vasta area interna del centro Italia. Le risorse per scongiurare il rischio ci sono, basta indirizzarle dove servono davvero”.
A lanciare l’alert è Emanuele Bertini, imprenditore del settore nonché presidente regionale di CNA Costruzioni.
“Oggi il comparto sta ancora beneficiando degli appalti pubblici a valere sul Pnrr, che comunque si sono già ridotti e termineranno nel giugno 2026, della ricostruzione post sisma e della coda dei lavori attivati dai bonus fiscali. Ma cosa accadrà dopo, quando queste risorse si saranno esaurite? Il rischio è che ci sia una caduta a picco, perché gli elementi di criticità sono anche altri. Intanto – afferma Bertini - c’è la mancata stabilizzazione degli incentivi fiscali: sebbene il bonus casa al 50% dovrebbe essere riconfermato anche nel 2026, la sua provvisorietà non consente di programmare l’attività delle imprese ma neanche quella dei cittadini, che spesso si limitano a interventi manutentivi di urgenza. Poi ci sono i costi di costruzione e ristrutturazione che, dopo il Covid e l’inflazione, sono letteralmente lievitati diventando proibitivi, soprattutto se rapportati ai bassi salari percepiti dai lavoratori della nostra regione, in particolare se giovani. Inoltre già da tempo stiamo assistendo da parte delle banche a una sensibile restrizione dell’accesso al credito nei confronti delle imprese del comparto, soprattutto se di micro e piccole dimensioni. Messi tutti insieme, questi elementi sono in grado di assestare un colpo pesante non solo al nostro settore, ma anche all’economia della regione tenuto conto del peso che il comparto ha sempre avuto nella costruzione del Pil dell’Umbria. Inutile dire che siamo molto preoccupati per il futuro, anche per quello più prossimo. A meno che non si utilizzino le risorse residue dei fondi strutturali 2021/2027, in particolare quelle di Agenda urbana e delle Aree interne, per fare una seria politica di incentivazione della residenzialità nei centri storici e avviare un’ampia riqualificazione delle aree industriali”.
La prossima fine delle risorse Pnrr apre anche un altro problema in materia di appalti pubblici.
“Il timore è che il peso della burocrazia scoraggerà le imprese più piccole anche dal partecipare alle gare. Inoltre, gli appalti gestiti tramite il Consip sono talmente complessi che spesso diventano inaccessibili per le imprese di dimensioni minori. Servirebbe l’apertura di un confronto per la realizzazione di una piattaforma digitale unica per la gestione degli appalti in Umbria, evitando duplicazioni e inutili dispersioni di risorse, altrimenti i Comuni si affideranno a quella Consip, di fatto escludendo in partenza le imprese umbre. Sullo sfondo, inoltre, c’è il vecchio tema della miriade di regolamenti comunali e del mal funzionamento di moltissimi sportelli unici per le attività produttive, un’autentica giungla nella quale imprese e cittadini trovano difficoltà a orientarsi. Abbiamo chiesto a più riprese che si vada verso la realizzazione di un’unica piattaforma regionale e ad un’armonizzazione di questi regolamenti, in modo da rispondere alle esigenze di semplificazione che arrivano dalla società, ma non riscontriamo risposte” – denuncia Bertini. 
Per il presidente regionale di CNA Costruzioni, inoltre, “la Regione ha gli strumenti per poter agire anche sulla facilitazione dell’accesso ai finanziamenti in favore del sistema imprenditoriale. Insomma, in attesa di politiche nazionali adeguate in materia di rigenerazione urbana e di abitazioni, è tempo che la giunta regionale, dopo aver aperto il confronto sulla riprogrammazione dei fondi strutturali con gli enti locali, incontri al più presto anche le associazioni delle imprese, perché se gestite velocemente queste risorse possono diventare nuove opportunità di lavoro e di sviluppo e dare risposte alle esigenze che provengono dalla comunità, a cominciare da quelle abitative. Altrimenti – conclude Emanuele Bertini - il rischio che l’Umbria diventi un’unica area interna del centro Italia può diventare un orizzonte concreto nel giro di pochi anni”.

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Aggiornamento
31/10/2025 09:30

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