Autotrasporto e attività nei cantieri

Dal 1° ottobre è entrata in vigore la cosiddetta Patente a Crediti, al cui possesso sono obbligate tutte le imprese che operano nei cantieri mobili e/o temporanei per poter continuare a lavorare.

Ma cosa succede alle imprese di trasporto merci che nello svolgimento dell'attività devono entrare all'interno di un cantiere?

L’interpretazione prevalente, con cui anche la CNA si trova d’accordo, è che la loro attività rientri nella “mera fornitura di servizi” e quindi sia esclusa dagli obblighi derivanti dall’applicazione della “patente a crediti”. 
Ciò anche alla luce del fatto che se la patente a crediti è stata introdotta per garantire il rispetto degli obblighi in materia di sicurezza e di regolarità fiscale e contributiva, queste finalità sono già assicurate dalla normativa che regola l’attività del trasporto merci conto terzi: 

• requisiti per l’accesso alla professione (onorabilità, professionalità, stabilimento)
• abilitazioni obbligatorie (CQC, etc...)
• etc...

Tuttavia, alcuni dubbi possono insorgere nel caso in cui l'autotrasportatore non si limiti a fornire servizi accessori ma svolga effettivamente un'attività all’interno del cantiere.

Ad esempio, se l'impresa di trasporto di calcestruzzo con betoniera si limita a scaricare il materiale nei silos appositamente predisposti, si tratta di mera fornitura. Qualora, invece, il calcestruzzo venga posato in opera, ovvero scaricato dall'operatore dell'autobetoniera direttamente nelle aree da realizzare in cemento, potrebbe configurarsi l’ipotesi di lavoro edile soggetto alla richiesta della patente a crediti.

In attesa di una risposta da parte dell'Ispettorato del lavoro a cui CNA FITA ha richiesto di chiarire in modo definitivo queste situazioni, è fondamentale fare una valutazione specifica in merito all’eventuale attività svolta dall’impresa di trasporto merci c/terzi all’interno del cantiere per escludere definitivamente l’ipotesi di applicazione della normativa sulla “patente a crediti”.